Il testo di quest'opera pubblicato 30 anni fa, ora ampliato dall'autore, affonda le radici negli insegnamenti del Buddha.
I lettori e le lettrici vi troveranno gioielli senza tempo e guide per orientarsi nel presente.
Le domande fondamentali che affliggono gli esseri umani sono sempre le stesse: Chi siamo? Come affrontare la vita? Qual è la strada giusta? Perché la sofferenza? Come vivere appieno? Come trovare l'illuminazione per orientarsi nel mondo e contribuire al suo orientamento? Come evitare di alimentare il fuoco delle difficoltà?
Queste domande, essenziali per la nostra umanità, delineano il percorso di riflessione.
"Un "piccolo monaco dal saio francescano" ci indica la Via. A ognuno di noi spetta compiere una ricerca profonda fino a trovare le chiavi che ci permettano di accedere al mistero che ci lega come Fratelli e Sorelle nell'invecchiamento, nelle malattie e nella morte.
Non svela il mistero, ma con saggezza e amicizia spirituale offre indizi e racconti, spargendo semi affinché ci si metta in viaggio, esplorando con il compasso del Dharma, un cuore immerso nell'amore per tutti gli esseri.
Il maestro Thānavaro trasmette con calma la possibilità di realizzare l"impossibile'. Le sue parole, sebbene non svelino il mistero, accrescono la libertà e creano spazio nella nostra esistenza condizionata. La sua vita è un esempio, non si adorna di un ruolo, ma si pone accanto a chi lo ascolta, infondendo coraggio e illuminando il cammino con una lampada in mano.
Lui si è preso per mano, dirigendosi verso il sole. Il percorso è semplice, quando ci si mette in cammino. Se ci lasciamo cadere come bambini. E come bambini ci lasciamo essere, da soli e insieme. Affidandoci alla vita nel Dharma!"
Se ogni qual volta visitate un museo vi incantate di fronte ad un quadro o vi soffermate sulle forme plastiche di una scultura provando un senso di piacere e di appagamento. E, se il vostro animo si trasforma ed il battito rallenta provando un senso di benessere questo è il libro che fa per voi. Forse non avete mai considerato il fatto che l’arte è una terapia antistress e al contempo un vero e proprio farmaco che apporta un reset di alcuni valori sanguigni scompensati. Il vostro benessere personale, legato alla bellezza, ha, negli ultimi anni, un riscontro scientifico ad ampio spettro nella comunità medica e nella ricerca mondiale, come riportato in questo saggio. “Guarire con L’arte. Come migliorare il proprio benessere visitando i musei”, scritto dall’esperta di estetica del talento e critico d’arte, Carla Bertone, per la casa Editrice Libreria Psiche di Torino supportata dalle opere d’arte del Maestro Iller Incerti, con un’ampia documentazione medico-scientifica; con il riscontro degli effetti delle opere d’arte in varie strutture ospedaliere; con gli esiti delle attività laboratoriali con malati di Alzheimer e con ragazzi autistici; sottolinea come la bellezza delle opere d’arte susciti un effetto catartico e taumaturgico nel fruitore. L’autrice sottolinea come l’artista trasponga la propria sofferenza interiore nell’atto creativo. L’opera diventa il riflesso della bellezza divina della creazione universale e al contempo portatrice del valore sociale di cura. Guarire con l’arte” vi promette di far scoprire e comprendere i risultati del miracolo della bellezza in un excursus dall’antichità alle recenti ricerche multimediali.
GUARDA IL DETTAGLIO DEGLI APPUNTAMENTI:
ANNA LEONE
ASSETTI E VOLI
Prefazione di Chicca Morone
“I versi di Anna Leone aprono alle parole uno spazio espressivo particolare e significativo” Tomaso Kemeny
“Un’indubbia vocazione visionaria guida il dettato poetico di Anna Leone, coinvolgendo il lettore in un vortice di immagini che gravitano intorno al sole incorrotto della libertà: quella di cui tutti parlano e quasi nessuno conosce” Mario Marchisio
“Un mondo fatto di sogni fantastici e realtà esenti da false prospettive, emozioni e sprazzi di felicità non sopraffatte dall’amaro delle delusioni: sono versi da assaporare con tutta l’attenzione da dedicare a chi fa della ricerca il proprio nucleo e ha la forza di combattere a viso aperto per un futuro tempo migliore” Chicca Morone
MICHAEL SEEFRIED
ANDARE INCONTRO ALLA VITA CON FIDUCIA INSIEME ALLA MEDICINA ANTROPOSOFICA
Un bambino viene dal medico
Con questo libro Michael Seefried vuole divulgare il suo metodo di lavoro. Vuole sensibilizzare i lettori a guardare in una maniera nuova i bambini. Vengono trattate così le basi sullo sviluppo dei bambini; vi sono esempi pratici ricavati dal lavoro in ambulatorio e capitoli sulla febbre, vaccinazioni sull `importanza del momento della nascita di un bambino.
Il libro è consigliabile per tutti gli interessati e tutte le persone che si occupano di bambini, dai genitori ai professionisti e può essere utilizzato anche come sussidiario.
G. I. GURDJIEFF
GRUPPI DI PARIGI
VOL. 1: 1943
Negli anni '40 G.I. Gurdjieff riceveva i suoi studenti nel suo appartamento parigino in rue des Colonels-Renard. I loro scambi costituivano quelli che allora venivano chiamati gruppi. Gli appunti che sono oggetto di questo libro sono stati presi durante questi incontri. Sono una fedele testimonianza dell'insegnamento di Gurdjieff durante questo periodo della sua vita. Le risposte alle domande poste alimentavano una ricerca comune e facevano anche parte della continuità di un rapporto intimo e personale.
Il resoconto di questi incontri di gruppo può essere un aiuto per chi sta veramente cercando, ma a condizione che tenga sempre presente che manca l'essenziale: la presenza del maestro. Gurdjieff era nel suo essere l'incarnazione e la testimonianza vivente del suo insegnamento.
Se questo insegnamento continua a vivere oggi, è perché i suoi studenti più vicini hanno a loro volta trasmesso questa influenza vivente che Gurdjieff incarnava. Diffidiamoci però, come loro stessi, di non prendere nulla alla lettera, ma di verificare tutto per esperienza. Per chiunque si avvicini alla lettura di queste pagine, questa è un'indicazione preziosa.
1ª edizione 2022
Albania Tomassini
LA LOTTA CONTRO IL MALE
In questo libro parleremo delle Gerarchie Angeliche che hanno creato il pianeta in cui viviamo, esse appartengono alla Terra ed agli altri corpi celesti che
fanno parte del sistema solare, vivendo nello splendore della sua luce. Affermiamo con grande determinazione una verità essenziale, il contatto con le gerarchie angeliche ha in sé la possibilità
di diventare un fatto reale, risultato di una esperienza diretta. Questo discorso nasce dal nostro desiderio di descrivere, in termini condivisibili dai lettori, la realtà nascosta dietro una
parola presente in molte religioni: Angelicità. Essendo la presenza di queste entità angeliche un fatto reale e sperimentabile attraverso la scoperta del loro agire nel mondo, riteniamo che gli
uomini debbano e possano diventarne coscienti. Tutto ciò che riguarda le Angelicità è descritto in termini spirituali e religiosi ed assai spesso avvolto nel linguaggio enigmatico ed allusivo
dell’esperienza mistica, risultando il più delle volte incomprensibile. È scorretto presentare l’azione di queste entità spirituali in termini immaginifici o magici, date le attuali esigenze di
cambiamento dello spirito umano. I contenuti di queste lezioni delineano il quadro complessivo della relazione esistente tra le forze angeliche e l’evoluzione del pianeta. Si tratta inoltre di un
progetto rivolto alla diffusione generalizzata di alcuni aspetti delle cosiddette “Verità occulte”.
pp. 188, € 18,00
ISBN: 9791280968036
1ª edizione 2022
Rita Allasio
LA MIA VITA ACCANTO ALL'ANTROPOSOFIA
Questo testo racchiude l’esperienza educativa d’impronta Steineriana dell’autrice in cui in esso ha voluto fornire utili consigli per l’insegnamento focalizzando la precisa attenzione sulla filosofia autentica di Rudolf Steiner che per anni e da sempre ha studiato e secondo la sua preziosa esperienza; avendo aperto la prima scuola materna steineriana, “Il Christopher Robin” nel testo sono presenti anche foto, disegni, compiti e fiabe create da lei.
Dalle parole dell’autrice: …”nel tragitto di vita e nel trascorrere degli anni la trasformazione della società, della cultura e della famiglia, ha modificato
l’approccio al bambino, ma sempre è stato nel mio intento di mantenere intatti i valori essenziali; il rispetto per la natura, l’amore per l’arte in tutte le sue espressioni, il promuovere
l’esperimento e l’apprendimento di manualità ha favorito la gioia del lavoro compiuto e condiviso con i genitori di due generazioni. Con il colore poi, il bambino imparando a dipingere
esteriorizza la luce interiore, libera la sua fantasia, mantiene intatta la meraviglia e nel cercare di riprodurre immagini e bellezze dell’universo intero non solo la mano ne è coinvolta, né
solo gli occhi, ma anche il cuore con entusiasmo e umiltà. Così nell’incominciare la trasformazione di un foglio intatto in uno che recherà traccia del nostro essere, invoglierà altri ad imparare
e così si è allievi e maestri allo stesso tempo. Mi auguro che la pubblicazione di questo libro possa contribuire alla restituzione del dono da me ricevuto e arricchisca interiormente il
lettore”.
pp. 224, € 30,00
ISBN: 979-12-80968-05-0
TUTTO A COLORI
1ª edizione 2022
Valentina Barovero
LIBERI DENTRO
"Liberi Dentro" è un libro alla portata di tutti, ma rivolto alle anime coraggiose, a quelle persone alla ricerca della propria via di realizzazione personale.
In un mondo di strade molteplici, riscoprire la propria autenticità e concretizzarla nella personale quotidianità è la più grande sfida.
Il libro suggerisce una serie di riflessioni concrete per iniziare a mettersi in cammino.
Se la verità ci rende liberi, giunge un tempo nel quale dobbiamo s-velarla, ossia togliere i veli che ci impediscono di vederla. E cosi velo diviene sinonimo di catena: il primo ci impedisce di vedere e la seconda di essere creatori oltre che creature, poiché ci immobilizza.
Nella nostra esistenza, le catene possono essere di molti materiali (parola che, non a caso, deriva da “materia”): quelle più visibili sono di metallo e ci mostrano uomini in cattività, ma vi sono altre catene non così visibili che ci rendono prigionieri: sono le paure, le illusioni, i pregiudizi, le aspettative, oppure, in una sola parola, le credenze, quelle convinzioni che limitano la nostra libertà e quindi il nostro percorso evolutivo.
Pur essendo di materia impalpabile, esse ci incatenano, costringendoci a un’esistenza nella quale l’ombra impedisce di vivere pienamente la nostra Luce interiore.
Ma l’ombra è la memoria della Luce, poiché la prima non esisterebbe senza la seconda. Ed è per questo che comprendere come agisca la paura in noi, come le illusioni ci rendano miopi, come i pregiudizi e le aspettative ci limitino, significa attuare una rivoluzione interiore che ci libera dalle credenze e ci avvicina alla nostra natura originaria.
Questo non è solo un libro scritto da una psicologa che ha curato la propria formazione mettendosi in discussione, sperimentando per conoscere e conoscersi: è la
testimonianza di un individuo - nella indivisibilità di corpo, mente, anima - che si è messo alla cerca di una verità che lo conducesse sulla via della libertà a cui tutti
aneliamo.
pp. 123, € 12,00
ISBN: 9791280968043
1ª edizione 2022
Papa Élie Hien
CONSIGLI MAGICI PER LA VITA
L'antica Conoscenza Sciamanica del Burkina Faso
Il libro racconta la storia e il pensiero di Papa Élie Hien, uno sciamano africano appartenente alla tribù Dagara (Burkina Faso), un uomo che abitava tutte le dimensioni; il suo canto antico, il sussurro del tamburo e i suoi occhi da veggente abitavano tanti mondi. Vissuta la colonizzazione e lo strapotere dei bianchi, con orgoglio e spirito libero, ci obbliga a riflettere sui punti più spinosi delle possibilità di un dialogo interculturale, sulle differenze e i punti d’incontro di due diverse civiltà. Per lui tutti i continenti erano la sua casa, tutte le persone erano suoi fratelli, tutti avevamo la stessa matrice e nessuno poteva dirsi migliore di un altro. Quanto sosteneva, era fondato su un diritto che ci proveniva dalla natura, per il fatto di essere nati tutti nello stesso modo, da un padre e da una madre che attraverso il miracolo della nascita, avevano rinnovato la vita, Vita che derivava dall’unica imprescindibile sorgente, la natura. Madre Natura ci aveva scaldati col sacro Fuoco, ci aveva cibati con i suoi frutti, ci aveva fatti crescere nella gioia della scoperta e ci aveva resi fratelli nel nostro percorso, obbligandoci a cercare il sostegno e la compagnia degli altri. Per questo motivo siamo tutti uguali.
Papa Élie è venuto qui per rammentarcelo, non dobbiamo dimenticarcelo siamo tutti sulla stessa via, con le stesse difficoltà; le differenze di cultura, di credo e di colore servono proprio ad accostarci con maggior interesse agli altri, per il desiderio di acquisire nuova conoscenza, per la gioia di essere attratti da ciò che non capiamo. E così ci racconta la sua facoltà di comunicare con le potenze della natura, con le piante e gli animali e le sue tecniche di guarigione con le erbe del suo territorio.
pp. 160, € 12,00
ISBN: 979-12-80968-00-5
1ª edizione 2022
Lobsang Sanghye
Edmondo Turci
IL MEGLIO DELLA NOSTRA VITA
Gli attimi infiniti
Questo libro racchiude una serie di riflessioni sui molteplici aspetti della vita e sugli attimi di felicità, che spesso non cogliamo nella loro profondità.
pp. 160, € 16,00
ISBN: 978-88-96093-99-3
1ª edizione 2022
Rolf Heine
I 12 GESTI TERAPEUTICI
La loro connessione con lo zodiaco come modello nelle attività della cura degli ammalati
Uno dei meriti di questo libro è di aver evidenziato con oggettività le caratteristiche delle azioni terapeutiche. E questo senza perdere il rapporto con il mondo interiore delle persone implicate e mantenendo una visione spirituale che permea e contiene queste azioni.
Il testo può essere una base per lo sviluppo nei singoli terapeuti di una sensibilità personale, che ricerca però l’oggettività di un linguaggio comune
pp. 96, € 12,00
ISBN: 978-88-96093-97-9
1ª edizione 2022
Matilde Mulè
VASILIJ KANDINSKIJ
E LA NASCITA DELL’ARTE ASTRATTA
Vasilij Kandinskij e Lo spirituale nell’arte alla luce dell’Essenza dei colori di Rudolf Steiner
Rudolf Steiner e Vassilij Kandinskij, profondamente differenti nei loro campi di elezione e nei metodi, ma vicini nella ricerca della via spirituale. Le vite terrene di Kandinskij e di Steiner si sono incrociate, a Monaco, per pochi anni, unite dalla necessità di una svolta spirituale delle arti e della vita. Tanto è bastato perché da questo incontro avesse origine una concezione che ha rivoluzionato il pensiero e l’arte del Novecento, aprendo la strada a nuove correnti spirituali, artistiche, filosofiche e guidando le avanguardie fino al XXI secolo.
pp. 160, € 18,00
ISBN: 978-88-96093-98-6
All'interno disegni a colori
"Lo sguardo innocente ci libera dal passato e dall’avvenire, è aperto alla freschezza dell’istante, è il vostro sguardo originale. Esso abbraccia la molteplicità nella pace dell’Unità.”
Che cosa intende quando dice: “Nulla avviene per caso e ciò che è compiuto dall’io è arbitrario“?
Lei ha l’impressione che il suo destino si svolga nello spazio e nel tempo, vale a dire in successione, ma esso si manifesta in una perfetta simultaneità; è analogo
al seme in terra, il quale ha già in sé lo stelo, le foglie, i fiori e il frutto.
pp. 256, € 22,00
ISBN 978-88-96093-94-8
In questo libro in un’edizione bilingue (italiano – francese) vengono trattati molti studi e ipotesi riguardanti il nostro destino nel momento della morte e del dopo morte, in particolare la sopravvivenza della coscienza, le comunicazioni con i morti e la reincarnazione.
Maurice Polydore Marie Bernard Maeterlinck nacque a Gand nel 1862. Fu un poeta, drammaturgo e saggista belga, vincitore del Premio Nobel per la letteratura nel 1911con il dramma fiabesco l’Oiseau Bleu del 1909.
La sua opera letteraria è molto vasta: va dal teatro a vari saggi naturalistici, i più noti sono quelli compresi nella trilogia sugli insetti sociali: La vita delle api (1901), La vita delle termiti (1926) e La vita delle formiche (1930). Alcune altre opere sono: Il tesoro degli umili (1896), La saggezza del destino (1898), Il mio cane (1906) e L’intelligenza dei fiori (1907). A Parigi entrò in contatto con il movimento simbolista, in particolare con Stéphane Mallarmé e Villiers de l’Isle Adam.
Nel 1932 fu nominato Conte dal re Alberto I. Nel 1939 si trasferì negli Stati Uniti dove rimase fino al 1947. Ebbe una grande influenza sul suo lavoro la scoperta del Misticismo tedesco del XIV secolo rivisto da Novalis e del romanticismo dei fratelli Friedrich e August von Schlegel che furono precursori del simbolismo.
Morì nel 1949 a Nizza.
pp. 224, € 22,00
ISBN 978-88-96093-93-1
Nel nostro tempo sul pianeta, l'Amore e la Fratellanza sono semplici parole che hanno perso tutto il loro profondo significato e anche se in certi ambienti molto se ne parla la loro reale applicazione pratica è ben lungi dall’essere realizzata.
Quando i pensieri che sorgono da un corpo sociale, ossia fanno parte di un modo di pensare, di sentire, di parlare collettivo e che tale modo non si addice alle ferree e immodificabili leggi della Natura, o meglio, dell’Armonia Cosmica, allora questi pensieri, sotto la spinta emotiva delle masse possono condensarsi e precipitare prendendo corpo sotto forma di microrganismi, o come dicevano gli antichi, di demoni.
Per tale motivo, ogni epoca, crea le proprie malattie, che hanno una recrudescenza all'inizio della loro comparsa estinguono nei casi episodici, nelle epoche posteriori.
A seconda della gravità del comportamento collettivo, tali malattie possono avere carattere epidemico di forte intensità e di maggiore o minore pericolosità, e a volte, scompaiono prima ancora che i medicamenti adatti per debellarle vengano usati.
Infatti, non è il medicamento che esercita un'azione sul microbo o sul virus, come la scienza per lo più afferma, bensì è la mentalità sociale che, nel trasformarsi, completa il ciclo.
Se ciò fosse vero, come io penso, sarebbe veramente importante che l’umanità riflettesse sul da farsi invece di continuare a temere la morte e illudersi di riuscire a debellarla.
«Qui,
o Śāriputra, la forma è vuota;
la vacuità stessa è la forma;
la vacuità non è diversa dalla forma;
la forma non è diversa dalla vacuità».
Così recita il celebre “Sūtra del Cuore” che, sin dal VII secolo, ha ispirato in Asia ogni genere di praticante buddhista, monaco e laico, povero e ricco, illetterato ed erudito.
Il commento si propone l’obiettivo di far emergere il senso reale del testo e il suo valore pratico, riportando la discussione sul tema della “vacuità” all’intento originario dell’insegnamento
del Buddha, dove le nozioni di “sé” e “non sé” trovano la loro naturale giustificazione, al di là dei pregiudizi faziosi che hanno animato annose controversie.
Seguendo il filo d’oro della “vacuità”, il lettore ha altresì la possibilità di compiere un viaggio nel tempo che rivela la segreta, intima connessione tra il nucleo del Dharma di Śākyamuni e il
cuore delle tradizioni esoteriche del vajrayāna.
Il curatore, Giuseppe Baroetto (Pema Jigdrel), è stato allievo di Chögyal Namkhai Norbu Rinpoche. Questa pubblicazione segna il suo ritorno editoriale, un devoto omaggio al grande maestro.
Dall’autore: “In qualità di Maestro di Dhamma, nello spirito dell’amore incondizionato così come enunciato nelle più alte dottrine dei Maestri e delle Maestre di tutti i tempi, ho indicato la necessità di aprirci all’amore riportando l’attenzione sul cuore umano con le sue emozioni, le sue pene e dolori, con le sue paure e le sue potenziali qualità. Il cuore, questa è la porta che deve essere aperta perché quando è chiusa anche noi rimaniamo chiusi in una irrimediabile separatezza sia verso le
profonde verità del nostro essere che verso gli altri. Affinché il cuore possa aprirsi, anche al dolore se è necessario, l’amore rimane a mio avviso l’elemento essenziale
“Tutto ciò che hai bisogno di conoscere giace dentro di te. Infatti, quando questa creazione è iniziata, tu ne eri un testimone, perché tu esisti da sempre. Sei una parte di ciò che non ha inizio, qualcosa di eterno. Gli universi sono creati e distrutti, ma tu sei un raggio della consapevolezza che era già presente al momento della creazione. E quando l'intera creazione si dissolve, quella consapevolezza è presente come un testimone. La consapevolezza non è mai distrutta. E tu sei parte di quella consapevolezza suprema. Non sei minimamente consapevole di aver partecipato in prima persona alla sua creazione. Eppure puoi sempre giungere a conoscere tutto questo, quando ti addentri nell’essenza più intima di te stesso. Il supremo mistero della fine di questo universo è anch'esso presente dentro di te. E la morte ti terrorizza solo perché non sei consapevole che dentro di te dimora il centro dell'immortalità. Tu hai paura, le cose più banali ti spaventano, quando in realtà nulla potrebbe intimorirti. Non c'è nulla che ti possa spaventare, perché non c'è nulla che ti può distruggere. Ma quell’essenza dimora nascosta nelle profondità più abissali del tuo essere”. Osho nel testo.
Nella stessa collana, pubblicati da Psiche: Il vuoto che illumina, Il silenzio che illumina, L'esperienza che risveglia, Supera le tue avversità.
Osho Rajneesh (1931-1990) è un Maestro di realtà contemporaneo che ha rivoluzionato la dimensione della meditazione, così come è stata tramandata dalle diverse tradizioni del Vero del passato, ideando tecniche che meglio si addattano all’uomo contemporaneo. Nelle sue opere descrive nei dettagli la struttura e le finalità, rispondendo all’esigenza sempre più sentita di trovare quel Centro interiore nel quale è possibile attingere la chiarezza necessaria a gestire l’epoca di mutamenti più profonda e più rapida mai vissuta dall’essere umano.
Liberi di ricordare
Noi siamo la memoria che abbiamo e la responsabilità che ci assumiamo. Senza memoria non esistiamo e senza responsabilità forse non meritiamo di esistere.
José Saramago
L’11 marzo 2020, l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha dichiarato il coronavirus SARS-coV-2 pandemia globale. Per essere precisi, il direttore generale dell’OMS,TedrosAdhanomGhebreyesus, ha asserito, nel corso della conferenza stampa, che: «il numero di casi di COVID-19 al di fuori della Cina è aumentato di 13 volte e il numero di paesi colpiti è triplicato, ci sono più di 118.000 casi in 114 paesi e 4.291 persone hanno perso la vita. Altre migliaia stanno lottando per la propria vita negli ospedali.
Nei giorni e nelle settimane a venire, prevediamo che il numero di casi, il numero di decessi e il numero di paesi colpiti aumenteranno ancora di più. L’OMS ha valutato questo focolaio 24 ore su 24 e siamo profondamente preoccupati sia dai livelli allarmanti di diffusione e gravità, sia dai livelli allarmanti di inazione. Abbiamo quindi valutato che COVID-19 può essere caratterizzato come una pandemia. Pandemia non è una parola da usare con leggerezza o disattenzione».Eppure, solo due mesi prima, il 14 gennaio, l’OMS aveva twittato, affidandosi alle parole rassicuranti della Cina, che: «le indagini condotte dalle autorità cinesi non hanno trovato prove chiare della trasmissione da uomo a uomo»[1]. La Cina, però, era a conoscenza - da ciò che è emerso in seguito - che il nuovo coronavirus si sarebbe diffuso tra gli umani e sarebbe diventato una pandemia, ma ha taciuto per sei giorni.
Nell’incriminante trascrizione di una chiamata del 14 gennaio, ottenuta dall’Associated Press, Ma Xiaowei, capo della National HealthCommission, ha avvertito i massimi funzionari che il virus poteva trasmettersi tra gli umani e che ciò avrebbe sviluppato una pandemia, ma nei sei giorni seguenti la Cina ha dichiarato pubblicamente che non vi era motivo di allarmarsi, non essendovi prove riguardo la trasmissione da uomo a uomo. L’OMS si è affidata a tale “verità” per orientare la politica e la consulenza su cui altri paesi si sono basati, favorendo l’impreparazione e, ancor prima, la diffusione.
Il 20 gennaio, il presidente XiJinpingha avvertito della pericolosità del virus: il medesimo giorno nel quale un importante epidemiologo cinese ha ammesso la trasmissione da uomo a uomo. In realtà, già il 6 dicembre, i medici di Wuhan avevano manifestatopreoccupazione riguardo il rischio dicontagio, avendo notato, in alcuni pazienti, un’anomala forma di polmonite. Il più famoso tra questi medici è stato Li Wenliang, che aveva iniziato a condividere dati allarmanti con altri colleghi.Li è stato messo a tacere dalla polizia di Wuhan e costretto a firmare una confessione in cui ammetteva di aver mentito. È incredibile: trascorrono i secoli, ma i “tribunali dell’Inquisizione”, seppure sotto altre spoglie, colpiscono sempre e ovunque! In seguito, è stato scagionato, poiché sono giunte le conferme della presenza e della minaccia del nuovo agente patogeno, maLi è deceduto, dopo aver contratto il coronavirus.
Mentre venivano tacitati gli avvertimenti di Li, l’autorità sanitaria cinese, in realtà, si stava mobilitando silenziosamente. Il 15 gennaio, il centro per il controllo e la prevenzione delle malattie cinese (CDC)aveva avviato la risposta di “livello uno”, considerato il più estremo dal governo interno.
Nella settimana successiva, secondo l’Associed Press, funzionari cinesi CDC sarebbero stati inviati in tutto il paese per formare operatori sanitari, raccogliere fondi, esaminarei dati disponibili sul virus e supervisionare i test di laboratorio. Agli aeroporti della provincia dell’Hubei, dove si trova Wuhan, è stato intimato di controllare le temperature degli abitanti. Ma al di fuori di questa area vigilata, il miliardo di residenti cinesi e il resto del mondo hanno vissuto le loro esistenze come se nulla stesse accadendo, ignari del disastro incombente.Solo il 20 gennaio,XiJinpingha finalmente avvertito la popolazione di praticare il distanziamento sociale ed evitare i viaggi. Il medesimo giorno, l’epidemiologo cinese ZhongNanshan ha riferito alla TV di stato che il virus si stava, in effetti, trasmettendo da uomo a uomo. Nei sei giorni precedenti, però, probabilmente, almeno 3.000 persone hanno contratto il coronavirus in Cina. Questo periodo ha coinciso anche con il passaggio al capodanno lunare (25 gennaio): la più grande vacanza in Cina, con una mobilitazione di individui che non ha pari sull’intero pianeta. Il 2020, l’anno del topo di metallo, secondo l’oroscopo cinese, è iniziato dunque con l’annuncio ufficiale della presenza di un pericoloso compagno di s-ventura!
Il giorno nel quale l’OMS ha dichiarato la pandemia globale, in Italia, Giuseppe Conte ha firmato il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante ulteriori misure (essendone state già enunciate nei precedenti decreti), in materia di contenimento e gestione dell’emergenza epidemiologica da COVID-19 sull’intero territorio nazionale, che si è tradotto nella sospensione di quasi tutte le attività produttive e commerciali, tranne quelle ritenute essenziali.Dal quel momento, gli Italiani “restano a casa!”.
Il 17 marzo 2020 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il decreto legge denominato Cura Italia(che un po’ inquieta rammentando la manovraSalva Italia di Mario Monti!), il quale contiene le misure di potenziamento del Servizio Sanitario Nazionale e di sostegno economico per famiglie, lavoratori e imprese connesse all’emergenza epidemiologica da COVID-19.
La cura e la salvezza sono due “pratiche” molto delicate, che richiedono attenzione, competenza, umiltà, partecipazione ed empatiasia che si tratti di un individuo di cui “aver cura” e non semplicemente da curare, perché malato, assistendolo; siache si parli di “salvezza”intesa come salus-il termine latino da cui deriva anche salute - che implica la conoscenza profonda dell’altro, la sincera considerazione della sua dignità e il rispetto stesso della Vita. Di sicuro, implicano un agire molto impegnativoquando questi termini si rivolgono a un numero considerevole di individui (più di 60 milioni), che compongono un intero Paese: l’Italia, che è stata vissuta e, di frequente, divisa in nord e sud, dove il primo appare alla guida, avendo maggiore potere economico e il secondo una sorta di gregario, meno produttivo e, spesso, da sostenere (si pensi alla Cassa del Mezzogiorno negli anni ’50 voluta dal governo De Gasperi, per ridurre il divario fra Italia Settentrionale e Italia Meridionale).
Una divisione che, al tempo del COVID-19, assume una forma diversa, mostrando, in realtà, il nord maggiormente sofferente del sud per il numero di malati, di accessi agli ospedali in affanno e tristemente per i decessi nelle regioni: Lombardia, Veneto, Emilia Romagna e Piemonte più produttive e traino per l’economia nazionale.
La pandemia, quindi, pare ancora una volta confermare una sorta di dicotomia che, dall’Unità nazionale, vede, l’Italia scissa. Singolare, in realtà, questa divisione e ancor più la subordinazione del sud, visto che il nome stesso nasce da esso, infatti,si ritiene che Italia derivi dal vocabolo Italói, termine con il quale i Greci designavano i Vituli, una popolazione che abitava nella punta estrema della nostra penisola, l’area occupata dall’odierna Catanzaro: essi adoravano il simulacro di un vitello (in latino, vitulus) e il nome significa quindi “abitanti della terra dei vitelli”. Sin dal V secolo a.C., con Italia si indicò soltantola Calabria; in seguito, il nome riguardò tutta la parte meridionale del Paese. Nel III secolo, dopo le vittorie riportate dai Romani contro i Sanniti e contro Pirro, si estese fino al Magra e al Rubicone; nel 49 a.C., quando alla Gallia Cisalpina furono concessi i diritti di cittadinanza romana, anche le regioni settentrionali della penisola presero il nome di Italia. Tali confini vennero ulteriormente dilatati con la riforma amministrativa di Augusto (27 d.C.), che li portò a ovest al fiume Varo, presso Nizza, e a est al fiume Arsa, in Istria.
Vi sarebbe anche un’altra possibile origine, che ha comunque le sue radici al sud della penisola. Secondo lo storico Antioco di Siracusa, il nome Italia deriverebbe da quello di un potente principe di stirpe enotrica, Italo, il quale avrebbe cominciato a dominare il territorio estremo della penisola italiana, compreso fra lo stretto di Messina e i golfi di Squillace e di Sant’Eufemiae, chiamata questa regione da se stesso Italia, avrebbe poi conquistato molte altre città. È una delle numerose leggende a schema eponimico, alla quale s’è fatto riferimento, per evidenziare come, anche secondo tale fonte, l’estensione originaria del nome Italia, avrebbe avuto originedall’estrema punta della penisola.
Una breve digressione per mostrare che questa nostra Italia proclamata unita il 17 marzo 1861, in realtà, esiste -non come si crede - da poco più di 150 anni, bensìda due millenni: 2000 anni densi di storia e pregni di cultura, che sono il nostro autentico patrimonio e l’eredità che abbiamo ricevuto dai nostri padri. Ho usato, non a caso, il sostantivo “padri”, perché dal latino pater deriva il termine patria verso il quale dovremmo, o meglio, dovremo nuovamente provare amore, attenzione, dedizione e considerazione, affinché l’esperienza travagliata e dolorosa che stiamo vivendo(e non soltanto in Italia) si trasformi in occasione di cambiamento e di rinnovamento.
In breve, il 17 marzo 1861 è stata proclamata l’unità d’Italia e il 17 marzo 2020 è entrato in vigore il decreto Cura Italia, quindi, quest’anziana signora di 159 anni è malata? E da quale terribile malattia è affetta vista la drastica cura ritenuta necessaria? Uno dei “medicamenti” per trattare la paziente Italia è il bonus dell’Inps ai lavoratori autonomi, ai liberi professionisti, ma la somministrazione del farmaco prescritto, il 1°aprile, non ha dato l’esito sperato. La flebo Inps si è trasformata nelclamoroso tilt del perno dell’assistenza sociale del paese, alla sua prima prova significativa in questa crisi non soltanto sanitaria, collassato dinanzi all’elevato numero degli accessi. E, al tempo stesso, una giustificazione - oserei definire puerile - che rivela una clamorosa inefficienza e una disarmante impotenza: il corpo centrale del sistema sociale chiuso per manutenzione a causa di un presunto attacco di “malintenzionati”, come se fosse imprevedibile (nel caso siarealmente avvenuto), l’assalto al sito, vista la nota pirateria informatica e l’attesa creatasi nei confronti della fatidica data. Insomma, “Pesce d’Aprile”!
A tal proposito, il Pesce d’Aprile ha una storia molto antica, anche se non è possibile definirne l’origine certa. Questa tradizione esiste in quasi tutta Europa: per tale motivo l’interpretazione più attendibile sarebbe riconducibile all’età classica e precisamente al mito di Proserpina, rapita da Plutone e cercata disperatamente da sua madre; oppurealla festa pagana di Venere Verticordia - letteralmente Venere “che apre i cuori” -, che allude alla capacità di questa divinità di aprire i cuori lussuriosi alla castità. Ad essa, erano dedicati, nell’antica Roma, i Veneralia, festività celebrata dalle donne il 1°aprile. Tale festa cultuale nacque dopo che, nell’anno 114 a. C., tre vergini vestali trasgredirono con dei cavalieri romani la rigida legge che vietava loro di avere rapporti sessuali. Le colpevoli furono condannate a morte: vennero eretti un tempio e una statua dedicati a Venere nella speranza che la dea trasformasse i cuori delle donne, sposate e non, da licenziosi a casti. In senso più ampio, la cerimonia serviva a garantire alle devote bellezza, personalità e nobiltà d’animo.
Un’altra ipotesi che è più leggenda che storia sulle origini del Pesce d’Aprile conduce all’antico Egitto, ove intorno al 40 a.C., la regina Cleopatra sfidò in una gara di pesca il suo amante Marco Antonio. Poiché lui cercò di barare per vincere, incaricando un servo di attaccare all’amo una grossa preda che lo avrebbe reso vittorioso, Cleopatra fece abboccare all’amo un pesce finto di pelle di coccodrillo. Qualche riflessione - non leggendaria - si potrebbe fare pensando alla storia contemporanea!
Tornando al 1°aprile 2020 e all’attesissima apertura virtuale delle porte dell’Inps, l’accaduto squarcia, invece, impietosamente il velo di Maya costruito attorno a questo gioco di specchi a cui stiamo assistendo e, soprattutto, a cui stiamo prendendo parte senza aver scelto di farlo.
Non sappiamo quando finirà la crisi sanitaria, quando terminerà la triste conta quotidiana di morti del COVID-19, ma è già palese che la crisi sociale ed economica sarà una via crucis, con i deboli maggiormente esposti e abbandonati a se stessi, dove le diseguaglianze si mostreranno ancor di più.Al di là di ciò che accadrà, di quanto sarà lunga la Via Dolorosa e da ciò che avverrà sulGolgota - riconoscendo profondamente il messaggio del Cristo - credonella Resurrezione, nel suo significato simbolico di ritorno alla Vita, ma dobbiamo trovare la forza e la determinazione per spostare la pietra del sepolcro.
Per ora, la verità evidente è che in questa “prova”, l’Italia è arrivata non solo con la politica sull’orlo di una crisi di sistema, ma anche con una arretratezza strutturale, sedimentata in decenni di disinvoltura, incompetenza, approssimazione, corruzione e mancanza di etica. Un meraviglioso Paese, purtroppo, inefficiente, medievalizzato, raccontato dal collasso dell’Inps, da una Sanità ridotta ai minimi termini dai cosiddetti “tagli” (si pensi, ad esempio, alla limitazione della medicina di prossimità, di quella territoriale e ai posti dimezzati nelle terapie intensive) che, in realtà, sono state amputazioni praticate da una politica miope, nel corso degli anni;da inchieste e ricerche indipendenti che, in un paese normale o meglio libero e consapevole, sarebbero state e sarebbero oggetto di discussione pubblica per giorni, mentre volano via, dopo l’iniziale scalpore e la comprensibile indignazione, come foglie al vento. Eppure, nella nostra Costituzione esiste l’articolo 21 che, con chiarezza, afferma che tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure: spesso, però, se il pensiero è manifestato e non censurato, non è comunque libero perché, viene tacciato d’essere una fake news, locuzione anglosassone che traduciamo in “false notizie”. Il problema, in realtà, è distinguere tra false notizie prive di fonti attendibili e quindi non veritiere, da notizie dichiarate false, perché non conformi al pensiero imperante e dominante: insomma, quelle che un tempo erano le eresie o le forme eversive!
In realtà, dovremmo aprirci a una nuova concezione della Conoscenza come della Scienza, perché i dati presentati, le osservazioni, le ricerche scientifiche non sono neutrali e oggettivi, ma sono sempre filtrati e interpretati da un modello di pensiero e, ancor prima, da forme di potere: religioso, politico ed economico che, nel corso del tempo, si sono avvicendate. René Thom, matematico del secolo scorso, autore dell’indimenticabile Parabole e Catastrofi, afferma che la realtà che gli scienziati hanno dinanzi non sia tanto quella di scegliere tra proposizioni vere e proposizioni false, quanto quella di discernere tra differenti proposizioni “vere”, dal momento che una sola proposizione assolutamente vera è insignificante.
In questa terra che è stata la culla della Cultura, viviamo un’arretratezza che ha reso del tutto astratta, teorica e inapplicabile la discussione su una riapertura, dopo la chiusura totale,che facesse riferimento al “modello giapponese” o “coreano”, paesi nei quali i sistemi informatici non si bloccano come le nostre “flebo” dell’Inps all’Italia, con gli aghi spuntati. E dove un modello alternativo è stato possibile perché ci sono i necessari dispositivi di sicurezza tradizionali come mascherine e tute, sia quelli medici come i test e i tamponi, sia quelli tecnologici, accompagnati da una modalità “militare” di popoli “istruiti” a essere comunità e ad obbedire.
Al di là di tali premesse, con determinazione, affermo che non credo nelle critiche fini a se stesse e neppure nelle polemiche sterili e, quindi, penso che questacrisi possa divenire, come nel Dopoguerra, una grande occasione per la modernizzazione o meglio per la trasformazione e l’evoluzione del Paese, una sorta di rivoluzione umana, di risorgimento radicale a livello individuale e collettivo: ecco ciò che mi sta a cuore e la meta a cui volgo lo sguardo!
Quando i politici parlano di guerra, per mostrare quanto sia difficile il momento storico, dovrebbero guardare quali e quanti soldati abbiano da dispiegare e stare attenti a non fare paragoni con altre realtà, che hanno mostrato sistemi efficienti. Questa storia, tristemente, già la conosciamo, seppure i protagonisti fossero altri: Mussolini, nella seconda guerra mondiale inviò in Russia l’esercito, al fianco di Hitler, con gli scarponi di cartone ed ora, sono stati mandati a combattere il COVID-19, medici di famiglia e ospedalieri e, naturalmente, infermieri senza mascherine e senza dispositivi di protezione individuali. Ancora una volta l’Italia impreparata ed esposta al pericolo! Eppure allora era dittatura e oggi è Democrazia!
Anche il “non detto” reiterato dai politici nella discussione sul “come” (al di là del “quando”) riaprire dopo l’isolamento e la “chiusura” di attività, scuole, relazioni non aiuta, perché diventa una strategia machiavellica, che rende più difficile ripartire e ricostruire. Machiavelli, però,nell’istruire il Principe, diceva che una “crudeltà” bisogna farla tutta insieme e subito: è il bene che va distribuito un po’ alla volta. A palazzo Chigi, invece, si ritiene che la dolorosa, ma necessaria “crudeltà” di rinunciare alla libertà per arginare il contagio vada somministrata poco a poco, con approssimazioni successive e con una responsabilità da condividere, o meglio da affidare, agli esperti.Il Principe, secondo colui che è ritenuto il fondatore della politica moderna, deve essere buono, onesto, virtuoso, ma per conservare il potere deve saper rinunciare, quando necessario, a queste virtù, quindi, egli, alla fine, deve comportarsi senza badare ai mezzi che usa per governare. Che si stia rileggendo il Principe di Machiavelli a Palazzo, abbozzando e improvvisando delle strategie? O forse dovremmo prendere coscienza che non è più una Democrazia, ma una Tecnocrazia! E, pensando ai filosofi che per primi, in passato, si sono occupati di tecnici che orientano le scelte di un paese, emerge il verboreciproco deresponsabilizzarsi, quindi, essere esenti, nell’agire, da responsabilità. Eppure, oggi, più che mai abbiamo necessità di responsabilità, consapevolezza e coerenza: insomma, di una politica etica, che non sia autoreferenziale e che non rappresenti più “tutto”: una politica, quindi, che scelga di dare forma a ciò che costituisce la dimensione e l’esperienza umane; che riconoscala natura stessa dell’individuo nell’unità inscindibile di uomo-ambiente nonché la logica del vivente che ha nella “diversità” il suo fondamento; che rispetti l’unità uomo-uomo, il nostro essere sistemi complessi: aperti, auto-creativi e creativi, trasformativi ed evolutivi. Ed è per questo che ciò che stiamo vivendo, deve potersi trasformare in un’opportunità nella quale il governo, i governi non debbono solo essere al servizio del popolo (e ciò purtroppo non lo è già da tempo!), ma devono sapersi ricongiungere al destino dell’uomo, considerato nella sua totalità e, di conseguenza, alla tutela del Pianeta, quale patrimonio comune e inviolabile. Solo in tale modo, la politica potrà riacquistare il suo ruolo: essere subordinata all’uomo e non viceversa.
Osserviamo ciò che questa pandemia ha mostrato. È comprensibile la difficoltà che stiamo vivendo, perché l’Italia non è ammalata a causa del COVID-19 che,improvvisamente,l’ha invasa e contagiata: è sofferente da tempo e, come si usa dire in questo periodo, il virus è letale quando vi sono malattie pregresse e il paziente è anziano. Il Paese è malato da decenni ed è stato sempre trattato, potremmo dire, con “farmaci compassionevoli”, che hanno contenuto, lenito, posticipato e, spesso, celato i problemi da risolvere.Non hanno guarito il-lapazienteItalia, ma cronicizzato le patologie e poi… è anziana: ben 159 anni! Apparentemente siamo nella morsa del diavolo, ma l’Italia ha una memoria di più di 2000 anni e, quindi, sono certa che abbia gli anticorpi che devono però essere ri-attivati e si chiamano: Cultura e Conoscenza, Arte e Bellezza, che abbiamo ereditato, ma che dobbiamo nutrire oggi più che mai proprio conConsapevolezza, Responsabilità, Coerenza e Amore. E poi, se nel modello della società dei consumi e del profitto, gli anziani sono l’anello debole, perché al di fuori della produttività e bisognosi di assistenza, dovremmo rammentare che i Vecchi non sono solo individui nella fase finale dell’esistenza, ma sono anche i custodi di esperienza, di memoria storica, di tradizione, di conoscenza, di quel passato che se dimentichiamo dovremo rivivere. Li chiamo Vecchi e non anziani (ai quali si rivolge la geriatria per trattarne le patologie), con rispetto e attenzione, riconoscendo loro valore e dignità, perché essi custodisconola storia come quegli alberi centenari con tutti i segni del tempo incisi sulla corteccia e meritano considerazione come i saggi, i maestri delle antiche culture tradizionali, poiché essi ci tramandano la bellezza pure se la pelle è avvizzita e il corpo indebolito. E anche se la memoria è sbiadita, un loro sguardo è un tuffo nel passato di cui abbiamo bisogno, perché senza radici non abbiamo futuro. I nostri vecchi di oggi detengono un privilegio dal valore inestimabile: serbano negli occhi la memoria di altri occhi, quelli di chi ebbe dignità, coraggio e capacità di offrirela propria la vita per degli ideali, nutriti da integrità, lealtà, onestà, amicizia, amore elibertà...la libertà di cui ci hanno fatto dono!
Parafrasando Primo Levi, se comprendere alcuni processi e avvenimenti è impossibile, conoscere è necessario. Tutti coloro che dimenticano il loro passato, sono condannati a riviverlo, seppure in forma apparentemente diversa. E io voglio essere libera di ricordare!
Tornando alla paziente Italia che ha festeggiato 159 anni ed è, quindi,una Signora attempata, ritengo che possa guarire avendone cura: d’altronde Enoch ne aveva 365 (quando venne rapito da Dio) e Matusalemme morì a 969 anni! Sono età simboliche che significano altro, ma…solo la Conoscenza può svelarne il significato!
Questa lunga premessa è, in realtà, ciò mi ha indotta a scrivere nuovamente, dopo numerose resistenze e, oserei dire, una sorta di reticenza, col desiderio di raccontare, di condividere ciò che solo la Conoscenza può fare: rendere liberi. Per realizzare ciò, spesso sottovalutiamo o, addirittura, non consideriamo l’importanza della Storia, quella che, frequentemente, a scuola tediava molti di noi e pareva solo una successione di date e avvenimenti da memorizzare, ma nel cui grembo si celano verità che divengono utili strumenti quando impariamo a comprenderla e a scoprire i nessi.
La Storia non è la cronaca degli avvenimenti, non è riduttivamente la successione delle azioni compiute dai personaggi in una sorta di teatralizzazione ove, in realtà, si muovono gli uomini con la loro forza e la loro vulnerabilità. Come cantava Francesco De Gregori, la storia siamo noi! Eppure pare che non ne abbiamo più memoria e l’oblio ci abbia sopraffatti!
La cultura italiana - e quindi ciascuno di noi - può vantare un patrimonio millenario che parte dall’Impero Romano e si dipana attraverso secoli di storia, diventando il fulcro della civiltà nel Mediterraneo. In Italia, Arte e Cultura sono presenti ovunque, dalle Alpi alla Sicilia: sono insite in tutto quello che vediamo e che facciamo quotidianamente, perché sono parte integrante della nostra esistenza. Non lo sono soltanto perché leggiamo, studiamo, cantiamo o visitiamo musei: ciò che è avvenuto, coloro che hanno vissuto prima di noi continuano a esistere in noi, seppure spesso non lo rammentiamo e ciò che ci hanno lasciato in termini di opere non è solo la testimonianza di un tempo che non esiste più, ma è uno stimolo per tenere accesa quella passione, quella fiaccola, che ha reso l’Italia il faro culturale del Mediterraneo prima e poi di terre molto più lontane. Tutto ciò è nel nostro DNA!
Mentre scrivo, come non pensare,con riconoscenza,a Dante e alla lingua che ha dato l’identità a donne e uomini che han, così, cominciato a sentire l’appartenenza, attraverso l’idioma, a una stessa terra? Come non guardare con stupore a Leonardo, in questo tempo di pandemia, nel quale si è associata la mortalità del COVID-19 alla polmonite interstiziale e, a monte, a un danno vascolare, causato da una patologia sistemica? Perché volgere lo sguardo all’illegittimo di Vinci divenuto il genio del Rinascimento? La risposta è semplice: nella sua caleidoscopica visione del Sapere, ci ha lasciato scritti di anatomia e fisiologia che hanno anticipato la Scienza così come la intendiamo oggi. Infatti, ha decritto la struttura dei polmoni - poi accuratamente illustrata dal medico e anatomista Marcello Malpighi nel XVII secolo - distinguendo un parenchima dalle arborizzazioni date da bronchi polmonari; ha, inoltre, accuratamente raccontato il cuore e la circolazione sanguigna. Al Leonardo anatomista, l’Accademia di Storia dell’Arte Sanitaria di Roma ha dedicatoun convegno presso la Sala Alessandrina del Santo Spirito - l’ospedale più antico del mondo - poiché tra quelle venerabili mura, probabilmente, tra il 1508 e il 1513, analizzò e disegnò gli organi interni del corpo umano, tra cui, soprattutto, il cuore e la circolazione sanguigna, intuendo anche gli effetti sull’apparato cardiovascolare dell’invecchiamento e dell’arteriosclerosi.
L’Italia è il paese che possiede il maggior numero di siti inseriti dall’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza e la Cultura (meglio nota con l’acronimo UNESCO) nella lista del “patrimonio dell’umanità”. Ospitiamo quasi 5 mila musei, altrettanti beni culturali, circa 12 mila biblioteche, 67 mila chiese, 17 mila dimore storiche e 25 mila castelli. Basterebbe questo per rendere chiaro il motivo per cui la cultura e la lingua italiana abbiano influenzato e affascinato (e continuino a farlo) gran parte del mondo.
Le principali missioni dell’UNESCO sono l’identificazione, la protezione, la tutela e la trasmissione alle generazioni future del patrimonio culturale e naturale di tutto il mondo. Esso rappresenta l’eredità del passato di cui noi oggi beneficiamo e che trasmettiamo alle generazioni future. Il nostro patrimonio, culturale e naturale, è fonte insostituibile di vita e di ispirazione.
La Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nel 1972, prevede che i beni candidati possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale come: patrimonio culturale e naturale e, dal 1992, come paesaggio culturale.
La definizione di “patrimonio mondiale” è, appunto, nata nel 1972, quando l’UNESCO ha istituito la Convenzione per proteggere i siti di “eccezionale valore universale” designati oggi in base a 10 criteri - culturali e naturali - affinché possano rientrare nella World Heritage List. L’Italia e la Cina detengono il maggior numero di siti inclusi nella lista dei patrimoni dell’umanità: la nostra penisola ne ha ben 55! E allora perché dimenticare ciò che è inscritto nella nostra memoria?
Rammentate Marco Tullio Cicerone, più conosciuto semplicemente come Cicerone? Scrittore, oratore, uomo politico di spicco affermò riguardo la storia che: «La prima legge della storiografia è di non mentire, e la seconda è di non temere la verità». Purtroppo, spesso la storiografia se non mente, interpreta e decide chi debba fare la storia e chi la debba subire, creando, talvolta,anche delle credenze distanti dagli avvenimenti reali. Riguardo la seconda legge enunciata da Cicerone, la riflessione si estende a noi tutti: «Siamo disposti a non temere la verità?».
Probabilmente, per realizzare ciò, dovremmo tornare ad amare la Cultura e i luoghi ove si si dovrebbe essere educati a conoscerla, a comprenderla, a viverla: la Scuola. A tal proposito, mi torna alla mente un’iscrizione posta su un asilo di Pistoia dallo scrittore Pietro Giordani: «Entrate lietamente o fanciulli. Qui si insegna, non si tormenta. Non faticherete per bugie o vanità. Apprenderete cose utili per tutta la vita». Ebbene, credo che ciò dovrebbe riguardare non solo la visione di una Scuola capace di educare e non soltanto di istruire, ma dovrebbe essere la nostra volontà pura di conoscere per essere uomini liberi, responsabili, consapevoli e coerenti.
«Chi si limita alla conoscenza del mondo sensibile non può immaginarsi quanto differissero da noi i nostri progenitori dell’Atlantide; e non soltanto nell’aspetto esteriore, ma anche nelle qualità dello spirito. Le loro cognizioni, le arti tecniche, tutta la loro cultura era ben diversa da quella dei nostri giorni. Osservando l’umanità atlantica dei primi tempi, vi troviamo facoltà spirituali diverse in tutto dalle nostre. L’intelletto razionale, la facoltà di combinare e di calcolare sulla quale oggi è basato tutto ciò che si produce, mancavano interamente ai primi Atlantidi. Essi possedevano invece una memoria sviluppatissima che era una delle loro facoltà spirituali più spiccate. Il loro modo di calcolare, per esempio, non consisteva, come il nostro, nell’imparare alcune regole per poi applicarle.
[…] Dobbiamo chiarirci che, ogni qualvolta in un essere si sviluppa una nuova facoltà, un’altra perde di forza e d’acutezza. L’uomo odierno possiede, di fronte a quello dell’Atlantide, l’intelletto razionale e la facoltà combinativa; la memoria invece è venuta meno.
Oggi gli uomini pensano per concetti; gli Atlantidi pensavano per Immagini. E allorché un’immagine sorgeva nella loro anima, essi si ricordavano tante e tante altre immagini simili già vedute; e a seconda di ciò formavano il loro giudizio.
Perciò anche l’insegnamento era diverso a quei tempi; non rivolto a corazzare il fanciullo di regole e ad acuire il suo intelletto, ma piuttosto a fargli conoscere la vita per mezzo di immagini evidenti, in modo da dargli un largo patrimonio di ricordi sul quale regolare la sua azione in avvenire nelle diverse circostanze.
[…] Sarebbe stato assolutamente escluso che, prima di una certa età, qualcuno potesse prendere qualsiasi decisione in materia importante; si aveva fiducia solo in chi aveva dietro di sé una lunga esperienza.
[…] La fiducia che nell’epoca atlantica si aveva negli iniziati e nei loro accoliti non riposava sulla misura della loro esperienza personale, ma sull’antichità della loro sapienza».[2]
Il riferimento ad Atlantide a molti parrà pura fantasia, ma se il suo mito ha accompagnato l’uomo sin da quando Platone menzionò per la prima volta l’isola sprofondata negli abissi, è perché, probabilmente, quell’utopica terra, ove regnava la saggezza, in realtà, manca a ciascuno di noi.
La Cultura necessita per vivere della Storia non semplicemente per ricordare, ma per rinnovare i significati originari e arricchire il patrimonio di ciascun individuo, così che l’eredità dell’umanità non vada spesa o ancor peggio depauperata, bensì resa ancora più grande.
Ciascuno di noi non è solo il risultato del proprio codice genetico, ma anche del patrimonio di informazioni ereditate dalla famiglia e dall’ambiente: per estensione, ereditiamo anche la Storia e la Cultura, ma se non ne abbiamo cura e non tuteliamo il patrimonio rischieremo l’imbarbarimento.
E mentre gioiamo, probabilmente, in modo poco cauto e poco responsabile,del 5 G in Italia, dovremmo rammentare che da molto tempo è presente il 4 R e, se lo vogliamo, possiamo adottare il 5 R. Cosa significa? L’Italia è la terra del Rinascimento, del Risorgimento, della Resistenza, della Repubblica e…del Rinnovamento Culturale che, a veder bene, può essere un risveglio proprio dei principi e dei valori del Rinascimento, del Risorgimento, della Resistenza e della Repubblica.
Che nell’ “io resto a casa” a cui siamo stati inviati non vi sia immobilità, non vi sia l’ar-resto del pensiero, della creatività, della responsabilità, della consapevolezza e della libertà. Per questo, dedico le mie parole ai Grandi Vecchi, che sono caduti sul campo (senza sapere neppure d’essere in guerra), in questa campagna che ha mostrato che ci siamo persi (non solo la memoria!). È giunto - se lo vogliamo - il tempo di ritrovarci, perché il rinnovamento di cui abbiamo veramente necessità è una rivoluzione che, come già accaduto in passato, è partita dal cielo - la rivoluzione astronomica - ed arrivata sulla terra coinvolgendo la scienza come la filosofia e la teologia, e in ultimo la tecnica, sino a giungere a un pensiero rinnovato, vitale e dinamico.
Non è una rivoluzione violenta o armata di cui abbiamo necessità, ma una rivoluzione pari a quella dei pianeti attorno al Sole: è tempo d’essere attratti dalla Verità e non essere più guidati e condizionati da luci artificiali o fuochi fatui. I pianeti, però, compiono ben due movimenti: ruotano attorno al proprio asse e poi attuano un movimento di rivoluzione attorno al Sole.
Ed ecco perché con determinazione e convinzione, scelgo e propongo il 5 R sperando che in molti si orientino a questa connessione con la volontà di cercare la Verità e la Libertà, dentro e fuori di sé, ma partendo proprio dalla rotazione attorno al proprio asse, che richiede, innanzitutto, conoscenza di sé.
Attraverso la Conoscenza, gli individui consapevoli e responsabili possono creare una rete molto più potente di quelle che ci vengono proposte e, talora, imposte. Vi è, infatti,una radicale differenza fra il costituire una rete di uomini che cooperano, condividono, collaborano, si confrontano, interagiscono rispetto a essere nella rete, che può divenire… “cadere nella rete”!
In tal modo, il 2020, anno del topo di metallo, iniziato con il COVID-19 che ha provocato, ad oggi, 9 maggio, 275 mila morti nel mondo, non sia solo quello dell’auspicata prosperità materiale e finanziaria - come descritto dall’oroscopo cinese - ma anche l’inizio di un’era rigogliosa e fiorente culturalmente e spiritualmente, capace di segnare un rinnovamento per quest’umanità ferita e disorientata.
Nel secolo precedente, il topo è stato protagonista nel 1900 e nel 1960: due anni densi di avvenimenti. Quelli che mi fanno sentire quanto l’uomo sia abile nel creare seppure si adoperi più frequentemente nel distruggere? La prima esposizione universale: una finestra aperta sul secolo appena passato attraverso una panoramica delle principali invenzioni tecnologiche e istanze artistiche. Così Parigi, ritoccata dalla modernità nel suo fascino immortale, salutò l’arrivo del Novecento, il 14 aprile e, alcuni mesi più tardi, dal lago di Costanza, prese il volo lo Zeppelin, il primo dirigibile moderno. Nel 1960, si verificò un evento mai accaduto nella storia, infatti, una donna assunse il ruolo di primo ministro di un Stato:SirimavoBandaranaike, esponente politico dello Sri Lanka, successe al marito e, a fasi alterne, è rimasta al governo sino al 2000.
E, per tornare in Italia, il 9 ottobre del 1960, viene pubblicato il romanzo di Leonardo Sciascia -Il giorno della civetta - nel quale coraggiosamente, per la prima volta, la mafia emerge come fenomeno da denunciare in tutta la sua spietatezza e per il grado di complicità del potere politico e di omertà delle persone, di cui beneficia nel controllare interi territori. Ormai è storia della letteratura la frasenella quale il padrino don Mariano rivolgendosi al capitano Bellodi dice: «Io ho una certa pratica del mondo; e quella che diciamo l’umanità, e ci riempiamo la bocca a dire umanità, bella parola piena di vento, la divido in cinque categorie: gli uomini, i mezz’uomini, gli ominicchi, i (con rispetto parlando) pigliainculo e i quaquaraquà». E, se il 23 maggio pensiamo solo di commemorare - senza rifiutare tutte le mafie e ogni compromesso col pensiero mafioso stesso -Giovanni Falcone e poi Paolo Borsellino come capitani coraggiosi che hanno affrontato Cosa Nostra, non abbiamo compreso a cosa serva la memoria e ancor prima cosa abbia significato il loro sacrificio quotidiano.
Con rispetto parlando, è che, in questo Paese, che ha vissuto il Rinascimento, il Risorgimento, la Resistenza, la Repubblica, è tempo che si adoperino uomini, indipendentemente dal genere, ma che siano uomini, quali espressione di un’umanità consapevole, responsabile, coerente e…libera di pensare e scegliere.
La capacità e la libertà di pensare e di scegliere sono la naturale conseguenza della Conoscenza che prende forma permettendo anche di dare risposte di cui tutti abbiamo bisogno, ma Essa, quando è autentica, non è fatta di dogmi inattaccabili né di conflitti di potere, bensì è il risultato di una reale collaborazione e di una concreta cooperazione tra gli uomini: è un “patrimonio dell’umanità” e deve essere, quindi, accessibile a tutti coloro che la cerchino e la tutelino, così che il riconoscimento dell’identità individuale e nazionale non sia un limite, ma divenga occasione di scambio e di rinascita.
Il riconoscimento di sé, della propria appartenenza a una realtà locale, regionale, nazionale può essere un muro, un limite che rende i confini sempre più invalicabili creando separazioni e conflitti;oppure, può divenire, una finestra aperta, trasformandosi e trasformando la politica finalmente “al servizio” del popolo e non “serva” di interessi di pochi: la matriceper una nuova evoluzione dell’uomo.
Una società, quindi, che esprima, rispettie tuteli l’uomo e la natura, la bellezza e la diversità, le relazioni e i valori e si riconcili con ciò che significa veramente comunità: cum-munusossia dono che si scambia.
Anna Teresa Iaccheo
Nova Academia Hypathia
[1]Preliminary investigations conducted by the Chinese authorities have found no clear evidence of human-to-human transmission of the novel #coronavirus (2019-nCoV) identified in #Wuhan, #China (14 gennaio2020 h 13.18).
[2]Cfr. R.Steiner, Cronache dell’Akasha, Milano-Roma, Fratelli Bocca Editore, 1953.