Mario Thanavaro è un qualificato maestro di meditazione. Nasce a Cividale del Friuli nel 1955 e all’età di ventidue anni intraprende come novizio un’intensa esperienza monastica
nella tradizione dei Monaci della Foresta, sotto la guida di Achaan Sumedho. Durante diciotto anni di vita monastica riceve insegnamenti da altri maestri, discepoli occidentali di Achaan Chah,
tra i quali Achaan Viradhammo, Achaan Munindo, Achaan Anando e Achaan Sucitto.
Lo stile di Mario Thanavaro presenta, rispetto a quello di altri insegnanti della Scuola della Foresta, numerose differenze. La peculiarità del suo retroterra culturale (gli altri monaci
occidentali vengono perlopiù da paesi anglosassoni) e le sue inclinazioni caratteriali, permeate da curiosità e senso artistico, sono alla base di un insegnamento attento a diversi linguaggi. In
molte sue espressioni ritroviamo fattori essenziali del Buddhismo Theraváda riformulati in un linguaggio creativo e appassionato. Lo sfondo rimane quello della pratica feconda della Scuola della
Foresta. Sulla scia del suo maestro Achaan Sumedho, infatti, Mario Thanavaro mira a una sintesi tra la pratica della consapevolezza (sati) e la pratica della gentilezza amichevole (mettá):
“Dobbiamo imparare a esserci più amici, ad avere un dialogo con noi stessi non più basato sull’idealizzazione e l’autocritica, ma che sia il risultato di un’attenta osservazione di tutti i
fenomeni della coscienza”. Il suo eclettismo lo ha portato negli anni a interessarsi di altre tradizioni, buddhiste e non, e a conoscere importanti maestri del nostro tempo tra i quali Sua
Santità il XIV Dalai Lama, Sua Santità il XVI Karmapa, Achaan Buddhadasa, il venerabile Mahasi Sayadaw, il Maestro Hsuan Hua, il venerabile Nyanaponika Thera, il maestro Namkhai Norbu,
Krishnamurti. Tra l’altro, come si è visto, la sua formazione buddhista non è in conflitto con l’originaria educazione cristiana da cui proviene. I suoi libri, pubblicati in Italia da Ubaldini,
Magnanelli, Il Punto d’Incontro e Venexia sono la testimonianza vibrante di un cammino sensibile al contesto circostante e insieme non aggrappato alle forme religiose esteriori.