Jalâl al-Dîn Rûmî

DÎVÂN

Dîvân - e Ŝams - e - Tabrizî

A cura di Gianpaolo Fiorentini

Questa ricchissima raccolta poetica scritta probabilmente tra il 1245 e il 1250 canta l’arrivo di Ŝams e Tabriz a Konya. La forza della sua presenza, la profondità dei suoi insegnamenti (improntati all’abbandono dell’io e all’estasi dell’immersione in Dio, descritta attraverso la metafora delll’ebrezza) e il rapporto tra maestro e discepolo. Oltre ad essere un toccante canto d’amore e di gratitudine, le strofe del Dîvân descrivono accuratamente il lavoro interiore e il suo percorso spirituale dei cercatori  che seguono la via del Sufismo

Jalâl ad-Dîn Rûmî

L’ESSENZA DEL REALE

Fîhi mâ fîhi (C’è quel che c’è)

A cura di Sergio Foti

Jalâl ad-Dîn Rûmî (Balkh 1207 – Konya 1273) è uno dei più grandi poeti mistici dell’Oriente. Egli conta estimatori e studiosi della sua opera in tutte le religioni. L’Essenza del Reale (Fîhi mâ fîhi) è l’unica opera in prosa di Mawlânâ (il nostro Maestro) ed è studiata e meditata da più di 700 anni. I molti racconti e le deliziose parabole in essa contenute riflettono la verità immutabile che illumina il cammino di ogni cercatore spirituale.

Sultân Walad

LA PAROLA SEGRETA

Walad Nâmeh
L’insegnamento del maestro sufi Rûmî

Nessuno meglio di Sultân Walad, figlio e successore di Jalâl ad Dîn Rûmî, il fondatore dell’Ordine Mewlewi, poteva trasmetterci l’insegnamento iniziatico del padre.
In quest’opera, superbo documento sulla vita del Maestro e dei suoi discepoli, Sultân Walad si fa interprete della più universale delle verità:
“Il senso dell’Unità è perdere se stessi per trovare ciò che È”.

Hakim Sanai

IL GIARDINO CINTATO DELLA VERITÀ

Hadîqat al-Haqîqah

Scelta e traduzione di David Pendlebury

Il grande poeta mistico persiano di Ghazna l’odierno Afghanistan Hakim Sanai (1080 – 1150) deve la sua fama soprattutto all’Hadîqat, la sua opera più nota e stimata. Grazie ad essa egli fa parte della terna di grandi Maestri Sufi: Sanai, Attar, Rûmî. In Oriente, per più di 800 anni, questo libro è stato studiato ed utilizzato come testo classico del sufismo.

Abd al Rahmân Jâmi

FRAMMENTI DI LUCE

Liwâ’ih

A cura di Sergio Foti

Il grande poeta mistico Abd al Rahmân Jâmi (1414 - 1492) è ricordato dagli storici come l’ultimo dei grandi nomi dell’età aurea.

L’opera Liwâ’ih tratta dell’“Unicità dell’esistenza” (Wahdat al wujûd) che è il tema centrale della metafisica di Ibn’Arabi, che rappresenta la sintesi più completa del pensiero Sufi. Il percorso dello spirito gnostico, attraverso i molteplici aspetti della Via volta alla Verità essenziale, sono l’oggetto di questo libro di Jâmi, che va ben oltre il ruolo da lui scelto di interprete e pedagogo del pensiero di Ibn’Arabi.

Nella progressiva lettura delle “Illuminazioni” ci indica una ipotesi di cammino per ridestare l’attenzione sulla vastità del Vero e la sua diffusione a tutti i livelli dell’Essere.

Husayn ibn Mansûr al-Hallâj

DÎWÂN

A cura di Sara Hejazi

Nella raccolta di detti e poesie di questo celebre martire e mistico islamico, vissuto tra il IX e il X secolo d. C., si sintetizzano gli intrecci complessi che danno vita e forma all’amore ideale verso Dio e ogni sua manifestazione, palesando con veemenza e intensità l’arduo sentiero che attraversa lo spirito, e che da esso è attraversato, per giungere alla Verità Suprema, quella Divina.

Come un “Cristo coranico”, nel Dîwân appare Hallâj martire, remissivo nei confronti del dolore della sua passione lacerante eppure infervorato e pronto a contestare, fino all’ultimo respiro, l’usurpazione da parte del potere e del settarismo, di una religione il cui compito dovrebbe essere quello di riferire il messaggio divino sulla terra.